Opere idrauliche

Impianto di sollevamento a Metaponto

Dalla loro costituzione e fino allo scoppio del secondo conflitto mondiale, l’attività operativa dei Consorzi, in relazione alle condizioni generali dell’ambiente, ha riguardato la prioritaria esigenza di redimere i terreni di pianura dal flagello della malaria, dai ristagni, dai gravi e diffusi difetti di scolo e dai ricorrenti pericoli di esondazione dei fiumi.
Tale azione interessò esclusivamente la fascia litoranea metapontina al di sotto della quota di 10 metri e riguardò:

  1. la colmata di circa 70 Ha di stagni;
  2. il prosciugamento di circa Ha 15 di pantani con opere di drenaggio;
  3. l’inizio del prosciugamento di circa Ha 9.000 di terreni con canali a scolo naturale dello sviluppo di Km. 60 circa;
  4. l’inizio del prosciugamento di circa Ha 4.200 con canali dello sviluppo di Km. 15 e n. 2 impianti idrovori di sollevamento a Metaponto e Policoro;
  5. opere arginali dei fiumi per ml. 8.300;
  6. la costruzione di sei caselli di bonifica.

La massiccia attività di bonifica intrapresa nel dopoguerra, in concomitanza con il vasto programma di irrigazione, ha compreso naturalmente l’assetto idraulico del territorio metapontino e dei fondi valle, soprattutto dell’Agri e del Bradano, portando avanti e completando l’opera appena intrapresa nel periodo precedente. Così in un territorio di circa 38.000 ettari è stata realizzata una rete di canali di bonifica di vario grado dello sviluppo complessivo di circa 1.100 Km con una intensità di canali di 28,9 ml/ha.
L’assetto idraulico di questo territorio ha perseguito tre fondamentali obiettivi:

  1. la bonifica dei territori bassi senza cadente naturale, posti nella pianura metapontina a  ridosso della duna litoranea, attraverso una rete di canali di 240 Km circa, facenti capo a 9 impianti idrovori della capacità complessiva di circa 39 mc/sec.;
  2. la bonifica dei territori di pianura con cadente naturale posti al disotto della quota di m 20, generalmente a valle della SS 106 Jonica, attraverso una rete di canali di acque alte facenti capo a grandi collettori, in alcuni casi coincidenti con corsi d’acqua naturali, con scarico diretto al mare o nei fiumi;
  3. la sistemazione idraulica della quasi totalità dei corsi d’acqua naturali (torrenti, fossi, valloni) e della fittissima rete dei loro affluenti per la difesa dei terreni irrigui dallo scolo indisciplinato delle acque.

Nell’area bradanica la sistemazione idraulica dei corsi d’acqua naturali ha praticamente interessato due sole aree: quella irrigua del complesso “Basentello” e l’area della valle Iesce nel comune di Matera.
Nell’area irrigua del Basentello è stata realizzata la sistemazione dell’omonimo torrente, dalla foce nel fiume Bradano fino alla diga di Serra del Corvo, per una lunghezza di Km 43,3; la sistemazione dei numerosi affluenti in destra e sinistra del torrente; la sistemazione di altri corsi d’acqua naturali interessanti l’area irrigua lungo la valle del Bradano, per uno sviluppo totale, compreso il torrente Basentello, di Km 70 circa.
Nell’area di valle Iesce è stata realizzata la sistemazione dei due corsi d’acqua principali, il torrente Gravina di Matera e il torrente Iesce e dei loro principali affluenti per uno sviluppo complessivo di circa 45,7 Km.

In definitiva, la rete idraulica realizzata e gestita dal Consorzio assomma a oltre 1.200 Km, interessando direttamente un territorio di circa 53.000 ettari.

Peraltro, a partire dal 1953, il Consorzio ha svolto una notevole attività nell’opera di difesa e conservazione del suolo in zone collinari e montane, tesa a frenare i diffusi fenomeni di dissesto idrogeologico e a difendere le aree vallive dal trasporto solido e dalle esondazioni causati dal disordine ideologico esistente.

Le azioni hanno così riguardato da una parte interventi di regimazione dei corsi d’acqua attraverso briglie soprattutto in terra e, dall’altra parte, interventi di rimboschimento di superfici degradate.
Tale azione, perseguita in tutti i comuni della provincia di Matera ricadenti nel comprensorio, si è tradotta nel rimboschimento di circa 8.000 ettari di terreni particolarmente dissestati (4.300 ettari nell’area metapontina e 3.700 ettari nell’area bradanica) e nella costruzione di circa 3.400 briglie (1.240 nell’area metapontina e 2.150 nell’area bradanica).
Dette opere hanno interessato circa 400 Km di aste di corsi d’acqua minori, nell’ambito di bacini idrografici dell’estensione complessiva di circa 50.000 ettari.

Link Esterni

ANBI
Coldiretti
Cia
Confagricoltura
Copagri
Regione Basilicata
Portale Basilicata Agricoltura
INEA

In evidenza

Ultimo aggiornamento:
30-Ott-2018 15:43