 |
"Al mare Jonio"
Nicola Sole (1847)
E non un arbor vedi
Che d'ombra amica le pianure allegri,
Ove tu, Metaponto, un dí sedevi
Delle tue ville suburbane al rezzo.
Despota il sole e inesorato incende
Quelle mute campagne, allor che infoca
Le fulve giubbe del Leon: non odi
Aura che spira fra le secche ariste,
O gli spazi del mar, che fuman lenti,
Colla punta de l'ale agiti. Immoto
Pestifero, affannoso aer si addensa
Per questo cielo solitario; i fiumi
Spirano la morte del villan, che, adusto
E resoluto ne le membra, indarno
I venticelli de l'april, le fresche
Rugiade del mattin, morendo, invoca!
Eppur quei campi torneran serena
Feconda sede di città fiorenti
Popolose e felici. Entro quei campi
Novellamente spunteran selvette
Di cederni e d'ulivi; entro le verdi
ombre novelle il rossignuol le care
Sue melodie ripeterà... |